In Italia 79 nuove sostanze psicoattive per la violenza sessuale
Biochimici, 'identificabili con specifici esami di laboratorio'
Sono 79 le nuove sostanze psicoattive (NPS) circolanti in Italia che possono essere impiegate nei casi di violenza sessuale. A dare l'allarme è il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'Istituto Superiore di Sanità, che condivide regolarmente con i laboratori di analisi le nuove evidenze in campo tossicologico. A dettare le linee guida sulle azioni da compiere per garantire il corretto svolgimento degli esami sulle vittime è il documento Procedure operative per la determinazione delle sostanze d'abuso nelle matrici e biologiche nei casi di vittime di violenza droga-correlata, pubblicato dal Gruppo di Studio Tossicologia clinica, forense e doping della SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica - Medicina di Laboratorio). Queste sostanze - tra cui i sedativi e narcotici come il GBL e il GHB, ma anche oppiacei, stimolanti, cannabinoidi e allucinogeni - vengono spesso utilizzate per favorire le violenze. Oggi è possibile individuarle attraverso specifiche analisi di laboratorio. Se ne è parlato a Firenze, in occasione del 57/mo Congresso Nazionale della SIBioC. "Le nuove sostanze psicoattive impiegate nelle violenze sessuali sono spesso le stesse che circolano per un utilizzo ricreativo - afferma Paolo Bucchioni, Gruppo di Studio Tossicologia SIBioC -. Grazie alle nuove tecnologie, più sensibili, possiamo individuare con certezza le molecole utilizzate, anche le più nuove, ed essere così d'aiuto alle vittime anche negli iter giudiziari. La presa in carico avviene con l'arrivo in pronto soccorso e l'avvio del protocollo Codice Rosa, dedicato alle vittime di violenza: i primi prelievi effettuati sono di sangue e urina. È importante sensibilizzare la vittima, informandola che nei 30-45 giorni successivi all'episodio di violenza potrà effettuare un prelievo di matrice cheratinica (il capello) poiché tale matrice biologica può aiutare a individuare la presenza di una sostanza stupefacente o psicotropa anche a distanza di giorni". Non tutti i laboratori di tossicologia, però, sono in grado di svolgere queste indagini: "Alcune regioni presentano diversi centri, altre non ne hanno nemmeno uno - continua Bucchioni -. La loro presenza è invece essenziale per armonizzare le procedure da attuare in campo nazionale". Per rendere il sistema più sostenibile, concludono gli esperti, "avremmo bisogno di almeno un centro per ogni regione, con le tecnologie più innovative e personale formato".
L.Dubey--MT