Madras Times - Trovato il gene chiave che rende aggressivo il tumore alle ovaie

Trovato il gene chiave che rende aggressivo il tumore alle ovaie
Trovato il gene chiave che rende aggressivo il tumore alle ovaie

Trovato il gene chiave che rende aggressivo il tumore alle ovaie

Grazie a studio su topi, apre a nuove cure

Dimensione del testo:

È stato identificato il gene chiave che rende aggressivo il tumore alle ovaie, una condizione che si verifica in circa il 70% di queste forme di cancro: si chiama CDK12 ed è lo stesso che è all'origine dell'aggressività anche del tumore alla prostata. Lo ha scoperto lo studio effettuato su topi del Centro oncologico Rogel dell'Università del Michigan, pubblicato sulla rivista Pnas dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana. I risultati offrono dunque un potenziale bersaglio per nuovi trattamenti da usare in combinazione con la chemioterapia, che spesso in questi casi risulta poco efficace. La forma più aggressiva di tumore alle ovaie è detta 'carcinoma sieroso di alto grado': tende a crescere e a diffondersi molto velocemente, e per questo spesso viene diagnosticato quando è già in uno stadio avanzato. "Sebbene vi siano stati alcuni miglioramenti nella gestione del carcinoma sieroso di alto grado - dice Kathleen Cho, che ha coordinato i ricercatori insieme ad Arul Chinnaiyan - una volta che i pazienti diventano resistenti alla chemioterapia, la selezione di altre terapie è in gran parte frutto di congetture. Sono assolutamente necessari nuovi trattamenti - aggiunge - poiché la sopravvivenza complessiva delle donne con questo tipo di tumore rimane piuttosto scarsa". Grazie a topi geneticamente modificati, gli autori dello studio hanno scoperto che il gene CDK12 svolge un ruolo fondamentale, agendo come soppressore tumorale: quando viene inattivato, infatti, il tumore cresce molto più rapidamente e gli animali muoiono prima. Inoltre, hanno identificato anche un gene 'compagno', CDK13, che ha una parte importante: diversi farmaci che prendono di mira questi due geni sono già in via di sviluppo, e i ricercatori sperano di arrivare presto alla sperimentazione clinica.

V.Subramanian--MT