

'Sologoccia', concerto di Mario Fasciano nel segno della natura
A Napoli il 27 settembre fra amore, ambiente e rock progressive
Un viaggio nelle melodie a lui consuete fra 'napoletanità' e 'rock progressivo', fra ricerca e tradizione, in un mix di linguaggi, ma stavolta con un forte accento sulla natura e sulla necessità di 'riconciliarci' con essa. È tutto questo 'Sologoccia' il prossimo concerto di Mario Fasciano, sabato 27 settembre nel Seminario Arcivescovile 'Alessio Ascalesi' di Napoli (ore 20). Il 73enne artista napoletano (compositore, cantante, batterista, polistrumentista, collaborazioni con Rick Wakeman e Steve Morse, fra gli altri artisti) prosegue il suo lungo percorso riproponendo le sue canzoni con Gianni Aquilino (tastiere e programmatore) e Ludovico Piccinini (chitarra elettrica) e con la regia di Fabio Mazzei (che cura anche il design luci). In scaletta 12 brani (alcuni inediti, la gran parte in lingua napoletana) con autore dei testi Francesco Di Giacomo (Banco Mutuo Soccorso) e Patrizio Trampetti (Nuova Compagnia di Canto Popolare). Sulla falsariga della sua filosofia ('mente rock, cuore partenopeo'), Fasciano si misura con le sfide della natura in una cornice d'amore. "La forza generatrice del mare - scrive Fasciano nella presentazione del concerto - si è volatilizzata con il nostro approdo sulla terra, il mare ci è stato madre e padre, ma ne conserviamo solo un vago ricordo, sentendoci estranei e privi della sua ricchezza, abbandonati sulla terra, vuoti della fluidità di spazi immensi e della consapevolezza di essere, noi, donne e uomini, una goccia, una sola goccia di quel tutto. Ci resta la speranza di ritornare in un rapporto armonico che ci allontani dal dolore e ci ridoni la consonanza con tutto ciò che ci circonda". "Siamo dei colibrì lambiti dal grande incendio della foresta; forse - dice l'artista - non tutti ricordano questa favola africana che racconta di un grande incendio nella foresta e di un piccolo colibrì che, anziché fuggire come gli altri animali, cerca di spegnerlo portando delle gocce d'acqua dal fiume. Il leone, incredulo, lo deride, ma il colibrì risponde che sta 'facendo la sua parte'. Di fronte a questo coraggio, gli altri animali si vergognano e si uniscono allo sforzo, domando il fuoco. Ecco, io sto facendo la mia parte. Il compianto Francesco Di Giacomo, da autentico visionario, con il brano che dà il titolo al mio concerto, ha ricordato la nostra natura e la necessità di essere in armonia con ciò che ci circonda, è un messaggio ecumenico nella sua disarmante e scontata semplicità, è l'unico comportamento che potrà garantirci di attraversare il tempo". Ecco i brani proposti al concerto del 27 settembre (evento con l'adesione del Club per l'Unesco di Napoli, presidente prof. Fortunato Danise il quale introdurrà l'appuntamento): "L'ala della musica", " 'E vuje", "Che sogno", "Il sogno di Pà", "Frà diavolo", " 'O nainanà", "Aria di te", "Sologoccia", "L'amore quando c'è", "La notte delle stelle", "Tarantella 'a dispietto", "Scurpione".
T.Menon--MT