Da strage in miniera a rinascita, la storia del borgo di Tatti
Gerber riannoda i fili dell'emigrazione da paese della Maremma
La speciale storia di Tatti, l'ex borgo fantasma della Maremma grossetana tornato a nuova vita nel segno della condivisione, è protagonista del documentario 'Tatti, paese di sognatori' di Ruedi Gerber che sarà proiettato in prima italiana alla 66/a edizione del Festival dei Popoli domani 9 novembre al cinema La Compagnia di Firenze. Il film uscirà poi nei cinema d'Italia da Lo Scrittoio-Cinema D'Autore, da marzo 2026. Gerber, filmmaker e produttore attivo tra Zurigo e New York, è stato il primo a "tornare" nel piccolo paese vicino a Massa Marittima nel 1992, trovando quello che definisce un "paese fantasma, un deserto dal panorama bellissimo". Tatti, che nell'immediato dopoguerra contava 1.500 abitanti con una fiorente comunità dedita all'agricoltura e alla miniera, vide il suo inesorabile declino partire dalla più grave tragedia mineraria italiana del dopoguerra. Il disastro di Ribolla del 4 maggio 1954, che inghiottì 43 minatori, metà dei quali originari di Tatti, fu un segnale drammatico, presto seguito dall'emigrazione verso le fabbriche del boom economico. Grazie all'impegno e alla dedizione di Gerber, Tatti ha evitato le trappole della globalizzazione, diventando un "laboratorio di ricreazione". Il borgo è oggi un modello di partecipazione, con vecchi e nuovi residenti impegnati nel recupero delle terre abbandonate e nella riscoperta della collaborazione per costruire un futuro condiviso. Il regista stesso è diventato imprenditore locale, gestendo un progetto incentrato sulla produzione biodinamica di vino, olio, miele e grani antichi. Il documentario è definito da Gerber non un reportage, ma un inno all'accoglienza, alla sostenibilità e all'amicizia, che celebra la "resilienza" e il "coraggio" dei suoi protagonisti. A testimonianza del forte legame con il paese, ben tre pullman con 120 "tatterini" accompagneranno il regista a Firenze per la proiezione.
A.Singh--MT